sabato 24 novembre 2018

Blogtour "Quasi tre" di Tommaso Avati


 Blogtour


Buon sabato!
Com'è andata la vostra settimana? Progetti per il weekend? Io penso serata molto tranquilla e domani o giro all'Ikea o riposo a casa, che male non fa.
Oggi però è la giornata dedicata alla mia tappa del blogtour "Quasi tre" di Tommaso Avati, edito da Fabbri Editore, che ringrazio per la copia omaggio e sopratutto ringrazio Sara per avermi coinvolta.


QUASI TRE
Tommaso Avati


Editore: Fabbri Editore
Prezzo: Rigido 13.60€ Ebook 9.99
Pagine:237
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Data di pubblicazione: 02/10/2018

Trama:Raffaele e Benedetta, undici anni di matrimonio, zero figli, due adorabili maialini d'appartamento da chiamare "bambini". Due voci, l'una il controcanto dell'altra, che si rincorrono e ci raccontano la loro storia: lei segretaria in un'agenzia romana per lo spettacolo e appassionata di cucina, lui sceneggiatore mancato riciclatosi insegnante, figlio d'arte in attesa perenne di sfondare nel mondo del cinema. Un rapporto ormai cristallizzato in una routine distratta, il loro, eroso dall'abitudine e dalla delusione di non essere riusciti a fare della propria esistenza qualcosa di cui andare fieri. Poi accade l'impensabile. A quarantasei anni, quando già comincia a pensare alla menopausa, Benedetta rimane incinta: il caso, con grande ironia, inizia a giocare con Lele e Benny, concedendo loro un'altra possibilità, l'occasione per riprendere il controllo del loro matrimonio e delle loro vite. Ma a volte non c'è niente di meglio di un "secondo tempo" per rimescolare le carte di una vita intera: tra genitori disfunzionali e colleghi sull'orlo di una crisi di nervi, Lele e Benedetta vengono risucchiati in un turbine di incomprensioni, aspettative malriposte e disavventure esilaranti, dove la posta in gioco è un amore dolceamaro, quasi acido. Insomma, un amore normale.


"Quasi tre" è un romanzo molto particolare, una storia che potrebbe essere quella di tanti di noi, che dopo anni in una relazione stabile, o in un matrimonio, iniziano a risentire della mancanza di qualcosa; può essere un figlio, la mancanza di rapporti, il non parlarsi più come un tempo, la complicità che sembra sparita, la noia, la routine.
«Poi la noia, Lele, come in tutti i matrimoni, solo che i più non hanno il coraggio di ammetterlo… È solo la noia, tutto qui.» 
I primi tempi in una relazione siamo più attenti a tutto, ai minimi dettagli, ai più piccoli cambiamenti, e poi qualcosa con il tempo cambia, sembra disperdersi quell'elettricità che all'inizio era sempre presente prima di incontrarsi o sentirsi, l'attenzione ai particolari sembra svanire e subentra la routine.
Partendo dal presupposto che ogni rapporto con il tempo è destinato a mutare, cambiare, cosa porta una relazione, ad entrare in crisi? Può un bambino, come nel caso della storia di "Quasi tre", essere  quella svolta per risanare il rapporto e ridargli vita o è solo una copertura, una pezza al problema?
Sicuramente uno dei grossi problemi è il non comunicare più, che non è da intendersi come non parlare del lavoro, delle faccende quotidiane, ma il non raccontarsi, il non detto che spesso è un peso, un macigno che ci portiamo dietro.
Per esempio perché ci si sposa per raccontare, innanzitutto,questo è un motivo. Io e Lele parliamo, non posso dire che tra noi manchi il dialogo, abbiamo molti argomenti in comune tra i maialini, il mio lavoro e il suo che poi in fondo appartengono allo stesso ambito. Ma quello che ci diciamo non è un racconto. Raccontare è diverso da dire, dal semplice parlare [...] Ma ci si sposa per raccontare, ne sono sicura, per dire le cose come se fossero un racconto, volendole far sentire, desiderando che arrivino davvero all’altro, che le viva come le hai vissute tu,che le percepisca intensamente.
Benedetta mette in discussione proprio questo, il sentirsi lontani, nonostante ogni sera si vada a dormire nello stesso letto, quell'empatia che sembra essersi persa nel tempo. Eppure con l'arrivo della gravidanza le cose sembrano cambiare, improvvisamente ricompare quella voglia di parlare, progettare, raccontarsi le emozioni che bollono in pentola; ma può essere questa la soluzione oppure dovrebbe essere solo un plus in una relazione, qualcosa, che al di là della gioia immensa di diventare genitori, non dovrebbe tenere legate due persone.
Può una relazione sussistere su stessa, su due persone oppure deve per forza esserci dell'altro? Perché i bambini crescono, diventano adulti e piano piano vanno via di casa, si creano una propria vita, una propria famiglia e si ritorna in due in casa e nella relazione...e quindi non può essere solo quello a far sussistere un matrimonio.
Però spesso anche se il tutto diventa troppo, il rapporto sta morendo, c'è chi tenta il tutto per tutto per ricostruirlo, per riprovare, cercando di uscire dalla routine, cercando di parlarsi di più, di confidarsi maggiormente, di aprirsi proprio come all'inizio e invece c'è chi si arrende e decide di porre fine a tutto; e per ultimo c'è chi nonostante tutto sia oramai finito, non ha il coraggio di ricominciare, di ricostruirsi una vita dopo anni di relazione e/o matrimonio, perché reinventarsi non è semplice.

Ripenso a quel momento e mi sembra così lontano, accadeva solo pochi mesi fa, ma mi sembra passato un secolo, scene di un’altra vita. Altri mondi, altre persone. Chi eravamo allora? Chi ero io? E chi sono adesso? 
Spesso rinunciare è la cosa più semplice da fare e spesso invece è il rimanere in una situazione senza che questa faccia bene ad entrambe le parti.
I rapporti cambiano, noi cambiamo con il tempo, la vita ci porta verso alcune scelte e momenti verso altre e le relazioni sono qualcosa di così complesso, difficile, stancante, ma al contempo così personali e diverse e rappresentano ognuna una storia a sé.
"Quasi tre", di cui avrete la mia recensione settimana prossima, parla proprio di questo, di come le relazioni cambino, di come noi stessi cambiamo e ciò che Avati scrive, ciò che si percepisce, arriva dritto come un pugno nello stomaco e fa riflettere davvero tantissimo su quello che quotidianamente vediamo o viviamo.

Per chi si fosse perso le precedenti tappe del blogtour le trova sui blog delle mie care colleghe Sara, Susy, RosalbaSabrina  ed Ely.




2 commenti:

  1. Effettivamente è una storia che porta molto alla riflessione, non posso dire di averlo amato però è sicuramente una storia particolare

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    1. concordo...molto particolare, ma al contempo una storia che parla di realtà

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