venerdì 24 gennaio 2020

Review Party "La campana in fondo al lago" di Lars Mytting


Recensione


Buon venerdì a tutti! Sono praticamente stata assente una settimana, ma diciamo che i giorni appena trascorsi sono stati turbolenti e complicati: tante certezze venute meno, l'aver avuto la conferma di certe cose, verità che mi sono autonascosta che si sono rivelate come tali: insomma un bagno di realtà mica male. In tutto questo, aggiungiamo che è stata una settimana quasi di insonnia e quindi ecco spiegata l'assenza.
Ma oggi mi faccio perdonare con un libro che non è proprio dell mia comfort  zone ma che mi ha piacevolmente sorpreso.
Vi parlo di "La campana in fondo al lago" di Lars Mytting (autore già noto in Italia per "Norwegian wood. Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare & scaldarsi con con la legna" che è stato un vero successo mondiale) tornato con una storia particolare e una protagonista che mi ha subito rapita.
Ringrazio come sempre la CE per la copia omaggio e Raffaella per coinvolgermi sempre in queste meravigliose iniziative!




La campana in fondo al lago
Lars Mytting


   


Editore:DeA Planeta
Prezzo: Flessibile 18,00
Pagine:470
Serie: Autoconclusivo
Genere:Storico
Data di pubblicazione: 21/01/2020

Trama: Al culmine di un parto difficile e cruento, le gemelle Halfrid e Gunhild Hekne vengono alla luce nello sperduto villaggio norvegese di Butangen. Vispe e in buona salute, rivelano un’anomalia che, da subito, le rende uniche e portentose: i loro corpicini sono fusi dalla vita in giù. Inseparabili, proprio come le campane d’argento che, alla morte delle due, il padre regala alla chiesa locale. Il rintocco delle campane gemelle accompagna le vite dei fedeli lungo l’arco di oltre un secolo, scandendo festività e ricorrenze, quotidiane fatiche e piccoli trionfi e – si dice – risuonando da sé, inspiegabile e assordante, ogni volta che un pericolo incombe sul villaggio. Fino al giorno in cui il nuovo pastore decide di disfarsene per finanziare la costruzione di una moderna chiesa dove nei mesi invernali la neve non si accumuli tra i banchi e i parrocchiani non rischino di stramazzare a terra assiderati. L’uomo, però, non ha fatto i conti con Astrid Hekne – indomita discendente della famiglia di Halfrid e Gunhild – disposta a tutto pur di difendere le “sue” campane e sfuggire a un destino che sembrerebbe già scritto.

Quando ho letto la trama non sapevo bene cosa aspettarmi, ma una delle caselline da spuntare per questo 2020 è leggere più libri fuori dalla mia comfort zone e il romanzo di Mytting era un buon punto di partenza (anche perché il successo di critica e pubblico raccolto con il suo "Norwegian wood. Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare & scaldarsi con con la legna" mi h incentivato).

"La campana in fondo al lago" non è un libro semplice, immediato, è qualcosa che si scopre piano piano, scavando nel tessuto di quella società norvegese di metà 1800, così distante da noi e da tutto quello che posso aver letto del periodo ambientato nel resto d'Europa.
Ecco proprio l'ambientazione mi ha suggestionato: immaginate l'inverno in terre gelide, in piccoli villaggi rurali, circondati da neve, laghi ghiacciati e case di legno, fattorie, chiese in cui nevica dentro e in cui neanche stare stipati e stretti durante una funzione aiuta a scaldarsi. Immaginate tutto questo e capirete perché ne sono riamsta affascinata: Mytting descrive questo mondo, quello che conosce, in maniera brillante, l'immaginazione prende vita e ti si ritrova dvanti un dipinto, anzi una serie di dipinti così vivi da sembrare reali. Ma non tutto è così semplice perché spesso parole nrovegesi vengono usate sia per descrivere situazioni, festività e ricorrenze, e molto altro e nonostante le spiegazioni date, tutto questo rallenta un po' e spezza il ritmo della lettura (scusate ma io e il norvese siamo proprio distanti).
Protagonista insieme all'ambienatazione, è Astrid, questa giovane donne caparbia, intelligente, curiosa, coraggiosa, determinata che dovrà affrontare la cruda realtà della vita ma che sogna di più per lei e per...qui non dico altro, sennò faccio degli spoiler enormi. Vi basti sapere che Astrid è un peronaggio meraviglioso, l'ho adorata e l'ho immaginata alle prese con le sue battaglie quotidiane, con le batoste che la vita le continua a mettere davanti e che lei cerca di superare granzie al gran carattere che si ritrova. Essere donna nmel 1800, in un villaggio chiuso e quasi isolato (viene più volte citata la questione dei visitatori che si contano sulle punte di una mano), nella fredda Norvegia quanto dev'essere stato difficile e complesso crescere avendo dei sogni.
E la campana citata nel titolo? Ecco la Campana delle due sorelle ha un ruolo importante, oltre a richiamare il destino, la sventura e anche la forza delle gemelle a cui è dedicata, sarà spettatrice della vita di Astrid e delle sue vicende. Di più davvero non vi dico, anzi ho spifferato troppo.
Il libro è il primo di una trilogia e ma ad essere sincera per me poteva benissimo essere un autoconlusivo.
"La campana in fondo al lago" mi ha stupito, conquistato, ammaliato con una storia particolare, emotivamente forte, un'ambientazione descritta così bene da apparire nella mia mente mentre leggevo. Ora capisco il successo di Mytting e spero che anche voi darete una possibilità a questo romanzo.

1 commento:

  1. Anche a me è piaciuto molto, è particolare sia lo stile, sia la storia ed è stata una lettura davvero interessante

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