martedì 16 giugno 2020

Review Tour "La città di ottone" di S.A. Chakraborty


Recensione

Buon martedì a tutti! Come state? Come prosegue la vostra settimana? La mia direi piena: sono super indaffarata, soprattutto con il lavoro, ma piano piano le cose stanno tornando a regime.
Mentre sono a lavoro andrà online la mia tappa dedicata a questa meraviglia, ovvero "La città di ottone" di S.A. Chakraborty, primo volume della trilogia "Daevabad" ed edito da Mondadori oggi.
Non cincischiamo e andiamo dritte alla recensione.


La città di ottone
S. A. Chakraborty


     


Editore: Mondadori
Prezzo: Rigido 20,90€ Ebook 9,99
Pagine:528
Serie: Daevabad #1
Genere:Historical Urban Fantasy
Data di pubblicazione: 03/06/2020

Trama: Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

Quando Sara (che ringrazio per aver organizzato l'evento) ha proposto la lettura di questo romanzo ero felice e anche titubante perché non avevo mai letto nulla basato sulla mitologia araba e quindi non ero certa mi piacesse...ma alla fine mi sono dovuta ricredere.
La lettura è di fatto stato un buddy read con Jess e meno male perché all'inizio la descrizione delle varie tribù, la storia passata e l'organizzazione presente mi avevano un po' messo in confusione, ma superato ciò la lettura è proseguita via velocemente.
Ma procediamo con ordine.
La storia segue due linee narrative, che si uniranno più avanti: da una parte la giovane ladra Nahri, che vive di espedienti a Il Cairo e dall'altra il principe Ali, che vive nella nascosta Daevabad.
Nahri come vi dicevo vive di espedienti rubando nelle case dei ricchi pascià che truffa e che ha però una dote, una capacità, ovvero quella di percepire le malattie nei corpi altrui e anche di auto curarsi. La sua vita cambiata drasticamente quando durante un rito truffaldino risveglierà e richiamerà un guerriero, Dara, reso schiavo secoli e secoli prima, e attirerà l'attenzione di altre creature che sembrano volerli morti, ovvero gli Ifir. Qualcosa però nella giovane fa riflettere il guerriero che deciderà di portarla nell'unico luogo sicuro in cui gli Ifir non possono introdursi ovvero Daevabad, la città di ottone, nascosta in un luogo bene precisato.
Ali invece è un giovane principe, che vorrebbe cambiare le cose nella sua nazione, ma che non vuole al contempo tradire la propria famiglia: un ingenuo ragazzo, addestrato ad essere il migliore dei soldati, la guardia del fratello erede al trono, definito come gelido e spietato, altro non è che l'opposto di tutto ciò.
Le loro vicende di mescoleranno quando la ragaza arriverà in città, non senza astio perché Dara, il guerriero che l'accompagna e la protegge, altri non è che il leggendario guerriero, flagello, che tanti danni causò secoli e secoli prima.
La storia come vi dicevo è complessamente densa di tribù, fazioni, ognuna con una sua storia, caratteristica e all'inizio destreggiarsi in mezzo a tutto ciò è stato molto difficoltoso, lo ammetto: abbiamo i daeva, divisi in varie tribù che convivo pacificamente (ma sarà davvero così?) e gli sherif, metà daeva e metà umani, disprezzati dai purosangue, considerati schiavi e senza di fatto diritti. Una frapposizione che sembrerebbe semplice, se in realtà non fosse molto ma molto più complessa e che ha radici millenni prima, da quando Solimano, un re umano non entrò nelle vite dei daeva e con il suo regno moltissime cose per loro cambiarono, ma non sto a raccontarvelo perché è molto importante nella storia capire bene questo punto e preferisco che voi lo scopriate leggendolo.
Nahri mi è piaciuta come protagonista: non è la classica brava ragazza, ha dovuto sopravvivere e ha usato ogni trucco in suo possesso per farlo e anche a Daevabad capirà che tutto ha un prezzo, soprattutto la libertà.
Ali è come vi dicevo sopra molto, molto ingenuo: ancora non ha deciso da che parte stare, ha mille dubbi, mille convinzioni, crea problemi senza nemmeno rendersene conto e alla fine non sa come uscirne, se non combattendo. La sua vicenda prenderà via via interesse perché ho una teoria su di lui, ma non dico nulla al riguardo.
Dara invece è uno di quei personaggi carismatici che attirano i vari personaggi: il suo rapporto con Nahri è molto conflittuale, soprattutto all'inizio è molto astioso verso la ragazza, ma piano piano impareranno a convivere, a conoscersi e a rispettarsi; il loro rapporto è fatto di segreti, alti e bassi e questo ha contribuito a creare dei plot narrativi interessanti.
La storia vede altri personaggi girare intorno alle vicende, il Re Ghassan, il visir  Kaveh e suo figlio Jamshid, miglior amico dell'emiro ed erede al trono Muntadhir: tutti loro in un modo o nell'altro finiranno nell'intreccio con ruoli più o meno fondamentali per la storia.
Ho adorato l'ambientazione araba:così viva, così reale, così ben descritta da sentire il caldo del deserto e vedere le mura della città; i personaggi sono davvero ben caratterizzati e ognuno di loro ha qualcosa da dire, da regalare al lettore. Lo stile è assolutamente leggero: temevo che fosse una narrazione pesante e lenta e invece, incredibilmente, è super veloce da leggere (Jess può testimoniare che continuavo a ripeterlo).
Una storia che non finisce di stupire e che cresce sempre più con intrighi, intrecci, sorprese e molto altro sino al capitolo finale che in realtà fa nascere la voglia di avere il secondo tra le mani!

Vi lascio il calendario con le tappe del review tour, così da passare dalle mie colleghe per leggere la loro opinione al riguardo.





4 commenti:

  1. ho letto principe Ali e mi è venuto subito in mente "grande Alì, principe Alì, Alì Ababuaaaa"

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  2. Io mi sono rifiutata di scrivere altri nomi oltre a Dara, Nahri e Ali, compreso quello dell'autrice. Ma tanto amore per questo libro, vogliamo il dueeee

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