venerdì 15 febbraio 2019

Recensione "Fidanzati dell' inverno" di Christelle Dabos


 Recensione


Buon venerdì! Ci avviamo verso la fine della settimana...avete programmi per il weekend? Io stavolta niente, vorrei solo rilassarmi e dedicarmi ad un paio di cose che rimando da troppo tempo...e direi che è arrivata l'ora di portarle a termine.
A proposito di portare a termine delle questioni, oggi recupero la recensione di "Fidanzati dell'inverno" (so' che l'aspettavi Jess) di Christelle Dabos, edito da Edizioni E/O lo scorso aprile ma di cui ho rimandato la lettura sino a questo gennaio.


FIDANZATI DELL'INVERNO
Christelle Dabos 


   


Editore: Edizioni E/O
Prezzo: Rigido 14,50€ Ebook 12,99
Pagine: 512
Serie: L'Attraversaspecchi  #1
Genere: Fantasy/Sci-fi
Data di pubblicazione: 18/04/2018

Trama: In un universo composto da ventuno arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra, vive Ofelia. Originaria dell'arca "Anima", è una ragazza timida, goffa e un po' miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un'altra arca, "Polo", molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei? Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo.


In realtà mentre sto scrivendo la recensione continuo a guardare e riguardare la votazione che le sto dando e mi rendo conto che per me la lettura sarebbe un 3 ma confermo il mezzo voto in più perché nel finale si è smosso finalmente qualcosa e ho la speranza che nel secondo le cose inizino ad ingranare c'è.
Intanto, vediamo di fare un po' chiarezza sul genere in cui dovrebbe rientrare la serie: non è un distopico (ebbene sì, ho letto anche questo), non è uno steampunk, perché elemento essenziale è l'introduzione nel passato (sottolineo passato gente e ce) di elementi tecnologici moderni, ma lo definirei uno sci-fi con un tocco fanatsy perché di fatto l'idea delle "arche" in cui abitano i nostri protagonisti, ma al contempo dotati di "particolarità", sono elementi caratteristici del mondo creato dalla Dabos e come tali lo definiscono.
Sottolineato (sapete che sono dannatamente pignola) tutto questo parliamo del romanzo e di quello che mi è o meno piaciuto.
Per prima cosa i due protagonisti: se Ofelia mi ha convinto per il suo essere così diversa dalle protagoniste a cui siamo abituati, Thorn, ancora adesso mi ha lasciato un po' perplessa.
Ofelia è un personaggio particolare: taciturna, introversa ma intelligente, sensibile, non bella, non affascinante e certo non fa nulla per migliorare la situazione; è una persona curiosa che cerca in tutti i modi di adattarsi alla strana e pericolosa situazione in cui si trova. Le manca la sua arca e come non capirla dal momento che Polo è quanto più distante ci sia da quello che è Anima: se da una parte ci sono intrighi, uccisioni, manipolazione, dall'altra c'è una famiglia, allargata e complessa certo, ma di fatto tale. Ho apprezzato il suo modo di cercare di sopravvivere alla situazione, di adattarsi e soprattutto di mettersi in gioco per capire cosa sta succedendo e se può o meno fidarsi di Thorn e della sua cara zia.
Thorn è un vero enigma, ma non di quelli che sono così curiosa di scoprire: taciturno, invisibile in molti momenti, autoritario (e non ditemi il contrario!), caparbio, intelligente e soprattutto ambizioso; un uomo che non è per nulla facile da capire e che ancora di più è difficile amare perché non fa nulla (se non in rarissimi momenti) per farsi apprezzare. Ho letto persone entusiaste di lui nel secondo volume...speriamo, perché per ora sono più curiosa di capire le mire del caro Archibald.
Ciò che però mi ha deluso un pochino, ma che spero verrà implementato nei prossimi volumi, sono proprio il mondo delle arche: ognuna ha un fondatore immortale, ognuna ha una sua particolarità (o più di una) ma a parte scoprire un pochino Anima all'inizio del volume e alcune "zone" di Polo, non vediamo nè scopriamo altro...in 512 pagine viene detto troppo poco per i miei gusti: sì, mi sono immaginata il mondo ma ha ancora troppi buchi.
Bisogna però ammettere che lo stile è scorrevolissimo e infatti le 500 pagine sembrano molte molte meno e questo è decisamente un punto a favore.
Non pensavo di scrivere così tanto, anche perché mi sembra di non aver detto nulla di ché...ma meglio tagliare qui e della Dabos vi riparlerò quando leggerò il secondo volume, che sto aspettando dalla biblioteca.

8 commenti:

  1. Finalmente è uscita la recensione *^* Allora per il genere pure io sono confusa. Innanzitutto più che distopico lo vedo più come un post-apocalittico. Si parla comunque di una ambientazione nata dopo qualcosa che è successo alla Terra (di cui non si sa cosa), quindi mi ha dato questa sensazione. Per lo steampunk è perché loro hanno tecnologie di un secolo dopo (come l'ascensore per intenderci) eppure hanno i modi o si vestono come se fossero fermi all'800. Però è anche vero che tu fai la bibliotecaria di mestiere e te ne intendi più di me XD
    Tornando alla storia è vero, il world-building è mooolto accennato, spero che nel secondo si impegni di più. Thorn rimane un'enigma. E la cosa strana è che mi piace. Freddo, scostante però non quel personaggio che è freddo all'apparenza e poi si scopre subito che in realtà è dolcissimo (è un cliché che mi aspetto di trovare sempre). Mi piace che attorno al personaggio ci sia ancora quel 'non ho ancora capito dove tu voglia andare a parare'.

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    1. eh ma lo steampunk presuppone proprio come tempo storico il passato, quindi la ce qui ha toppato a definirlo tale. Sul fatto che sia apocaliptico potrebbe, ma ancora non sappiamo se davvero lo è, per ora sembra solo uno sci-fi...ma detto questo Thorn: che problemi ha?! io capisco essere enigmatici ma qui abbiamo un muro di ghiaccio!!!

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  2. Devo proprio decidermi a leggerlo anch'io!

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  3. Il primo ha convinto a metà pure a me, ma il secondo....LEGGETELO!!!

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    1. sono in coda in biblio per il libro...lo leggerò, ma solo perché mi piace tanto Ofelia!

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  4. Tecnicamente per lo steampunk l'unica regola di base è che ci sia una tecnologia anacronistica rispetto al tempo in cui è ambientata, poi che quasi tutto sul tema sia ambientato nell'epoca vittoriana è un altro paio di maniche.
    Comunque, il libro continua a non ispirarmi. Più la gente ne parla più a me viene voglia di tenermene alla larga.
    Per la recensione, invece, credo che sia una delle più belle che tu abbia scritto fino ad ora. Preferisco questo tipo di analisi a quando lasci più spazio alla storia u.u

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    1. Si, ma il fatto che si sia un ascensore umorale e parlante "nel futuro" io non la trovo un'introduzione anacronistica...sul fatto che si vestono come nel passato etc anche, sai quanti sci-fi sono così...
      Cmq grazie <3

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