mercoledì 20 maggio 2020

Review Party "La grazia dei re" di Ken Liu


Recensione


Secondo appuntamento del giorno dedicato sempre ad un review party. In particolare vi parlo del primo volume della serie "Dinastia del dnte di leone" ovvero "La grazia dei re" di Ken Liu, edito ieri da Mondadori. Non mi perdo in chiacchere e vi rimando alla reensione qui sotto.


lA GRAZIA DEI RE
Ken Liu


   


Editore: Mondadori
Prezzo: Rigido 22,80€ Ebook 12,99
Pagine:612
Serie: Dinastia del dente di leone #1
Genere:fantasy
Data di pubblicazione: 19/05/2020

Trama: L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.
È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.

Parlare di un fantasy così complesso, così articolato non sarà semplice, perché l'opera creata da Ken Liu è qualcosa di particolare e molto affascinante, quindi spero di riuscire a fare un discorso sensato senza spoiler.
Quando mi è stato proprosto di partecipare al review party ho accettato subito perché la trama mi aveva da subito colpita, soprattutto in quanto molto curiosa di leggere un fantasy ambientato in un luogo così diverso da quelli a cui siamo abituati.
Proprio il worldbuilding è qualcosa di particolarissimo e molto affascinante: siamo a Dara, questo Impero che vede riuniti, grazie o per colpa di un ambizioso imperatore, tanti piccoli regni, ognuno con la propria storia e le proprie tradizioni.  Dara richiama molto la Cina medievale mischiata a tecnologia particolare: lo stesso autore ha definito tutto questo silk punk (si, ho fatto qualche ricerca mentre leggevo il libro e di fatto è uno steampunk con uno stile visivo che ricorda precisamente quello orientale). Immaginate quindi questo mix, medioevo e tecnoogia, che si mischiano e che creano un connobuio particolare, strano lo ammetto, ma alcquanto affascinante e incisivo nella lettura.
La storia prende il via con la ribellione che scoppia in tutto il regno e con i due opposti rotagonisti,  Kuni Garu, un ex ladro, e Mata Zyndu, figlio di un duca decaduto che ha del rancore verso la dinastia e la sovranità dell'imperatore.
Proprio loro sono la "forza" del romanzo: entrambi hanno un passato complesso e soprattutto un'idea diversa di futuro migliore.
Per Mata e tutti gli aristocratici che si sono visti invasi e privati del loro mondo, il "futuro migliore" è tornare ai modi tradizionali del passato in cui l'onore è più importante di ogni altra cosa. Per Kuni, comune bandito di piccole città, significa abbracciare il cambiamento e la differenza. Chi ha ragione, chi ha torto, non importa davvero perché ciò che è chiaro è la continua evoluzione, il cambiamento, i problemi dell'unificazione, la voglia di ribellarsi un continuo scontro fra  tradizione e modernità, unificazione contro divisione, e soprattutto cosa è davvero meglio i vari regni e l'Impero?
 Quello che stava davanti, Kuni Garu, portava i capelli neri, lunghi e lisci, annodati
sopra la testa in una crocchia, com’era in uso fra gli studenti delle accademie
private. Aveva un corpo tozzo, non grasso ma ben piazzato, con cosce e
braccia possenti. I suoi occhi, allungati e sottili come quelli della maggior parte
degli uomini di Cocru, luccicavano di un’intelligenza che tendeva, furtiva, verso
l’astuzia. Non si sforzava di essere gentile mentre avanzava, spostando uomini
e donne a colpi di gomito per farsi spazio. Dietro di sé, lasciava una scia di costole
doloranti e imprecazioni rabbiose.
 Mentre la gente della città acclamava le bellissime danzatrici e applaudiva i
valorosi soldati, Mata Zyndu non aveva occhi che per l’Imperatore Mapidéré. Finalmente,si sarebbe trovato faccia a faccia con il suo nemico. [...]Mata le aveva udite da suo zio ogni giorno della sua vita.
Non dimenticare.
In tutto questo non manca la violenza anche se non cruda come uno si potrebbe immaginare, c'è l'interferenza della religione, degli dei, che sembrano prendere ispirazione da altre influenze asiatiche, e soprattutto non mancano tantissimi personaggi secondari. Quella che piùà mi ha colpito è Jia, la moglie di Kuni, con cui intraprende una corrispondeza epistolare e che ha davvero un ruolo ben preciso all'interno della storia.
La figura femminile però è davvero molto molto marginale, quasi inesistente se non fosse per Jia e un altro paio di figure (di cui non vi dico nulla) mentre quelle presentate sono quasi tutte non funzionali alla storia e senza un vero ruolo (prostitute, ballerine, etc). La svolta arriva nella seconda metà del romanzo, anzi ben oltre il 50%: mi è dispiaciuta questa scelta, lo ammetto, perché volevo un po' più di spessore da queste figure durante tutta la lettura, ma capisco la scelta dell'autore di incentrare moltissimo sull'eroismo maschile...seppur la svolta arriva, tardi ma arriva con l'introduzione di alcune donne che spero possano avere un ruolo, un' incisività nel secondo volume. 
"La grazia dei re" è una storia non semplice, densa di particolari, avvincente, ricca di influenze orientali che incantano e con un mix di carateristiche che incatenano alla lettura.
Non pensavo di essermi dilungata così tanto, perdonatemi, ma concludendo questo è il romanzo perfetto per chi vuole buttarsi su un epic fantasy completamente diverso da quello a cui si  abituati e per chi ama la storia orientale.

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6 commenti: