giovedì 1 dicembre 2016

Book's News "È qui che volevo stare" di Monica Brizzi

Buongiorno e buon Dicembre a tutti voi! Avete già iniziato con i preparativi per il Natale? Vi riducete all’ultimo per i regali (come sempre capita a me tra l’altro) oppure siete fra quelli super organizzati che hanno già pensato a tutto?
Comunque non è questo il momento per il mio solito divagare, ma oggi voglio parlarvi del terzo libro di Monica Brizzi, “È qui che volevo stare”: un romanzo romance che ci porterà  fra ricordi e l’incantevole Grecia. Vi ho incuriosito? Potrebbe essere un bel regalo natalizia questo romanzo?

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TITOLO: È qui che volevo stare
AUTORE: Monica Brizzi
 PAGINE: 248
DATA DI PUBBLICAZIONE: 30 Settembre 2016 (cartaceo)
PREZZO AMAZON: 11.48 euro (cartaceo); 1.99 euro (ebook)
Una promessa fatta dieci anni prima. Tornare in Grecia, ancora una volta, tutti insieme. È questa l’idea che spinge un gruppo di trentenni a ripetere la gita dell’ultimo anno di scuola. Peccato che Sofia, una ventinovenne così rossa e piena di lentiggini da essersi meritata il soprannome di Gnomo, non sia pronta a ritrovare tutti, soprattutto Michele, l’ex da cui cerca di scappare. Ma anche Giusti e Paolucci, l’imbucato Martinelli, le ragazze della E, il professore di storia dell’arte, la bidella, Tommaso, l’amico di sempre, il ragazzo di Ragioneria che conosce sin dai tempi delle medie. Tra strane scoperte, nuovi amori, tradimenti, serate in discoteca, pianti e risate a non finire, immersa nella Grecia delle grandi divinità, Sofia riuscirà una volta per tutte a sconfiggere la sua chimera?


Biografia: Monica Brizzi, classe 1983, scrive da quando è poco più che una ragazzina. Ama leggere un po' di tutto, dai grandi classici alla fantascienza. Quando scrive, però, finisce quasi sempre per raccontare storie d'amore ironiche. Oltre a “È qui che volevo stare è autrice di “Innamorarsi ai tempi della crisi” e “Il mio supereroe”, edito da Delos Digital. Gestisce un blog in cui parla di tutto e di niente, anche se i temi conduttori sono la scrittura, i libri e la sua timidezza. 

Pagina Facebook dell’autrice:  https://www.facebook.com/ilmondodim/ 

Estratto: Arriviamo. Oh sì, arriviamo.
E Michele è la prima cosa che vedo. È più muscoloso dell’ultima volta e probabilmente alla sua collezione di tatuaggi si è aggiunto qualcos' altro ma cerco di non pensarci. Non che guardare il suo viso mi crei meno problemi. Ha i capelli corti e biondi e sopracciglia chiarissime che incorniciano occhi scuri e sottili. Se non sapessi che tipo è, potrei quasi definirlo serio e composto. Se non ci fossero quelle linee nere tatuate sul collo e sul mento che scivolano sotto la maglietta degli AC/DC.
No, d’accordo, non è possibile definirlo serio e composto.
I sentimenti che provo per lui da una vita vengono a galla, tutti, nell’arco di un secondo e mi blocco in mezzo alle sedie. L’affetto, l’odio, il rancore, la simpatia, l’odio, il rancore. Il rancore, l’odio. Ho già parlato di odio e rancore?  
Come se niente fosse continuo a camminare, mi mostro interessata alle mattonelle del pavimento, alla gente che chiacchiera sulle sedie, a ciò che c’è oltre le finestre ma è lampante che voglio finire il prima possibile questa passerella. Michele sorride ad Anita e Roberta che sono qualche passo avanti a me e si gira nella mia direzione. Mi sistemo meglio la borsa sulla spalla e prima che possa rendermene conto è arrivato.
Non so dove mettere le mani, né se devo dire qualcosa così decido di fermarmi e stare zitta. Anche lui non si muove ma dura solo un istante perché poi mi abbraccia. Non riesco ad avvolgere le braccia intorno al suo corpo, non dopo l’ultima volta.
«Ehi», sussurra al mio orecchio. Il suo naso inspira il mio odore e lo sento tra i miei capelli mentre muove le mani tentando di catturarmi. Mi sta avvolgendo come una piovra, maledizione.
«Oh, oh! Potete anche evitare di fare un filmino porno dentro l’aeroporto, no?» protesta Anita infilandomi un dito tra le costole. Sembra il preside in persona, tanto è contrariata, il che equivale a dire il Male puro.
«Guarda chi c’è!» esclama Martinelli.
Martinelli.
Martinelli? Cosa ci fa Martinelli qui? Era il tipo più strano di tutta la scuola e non era in classe nostra. Michele e io ci separiamo e a questo punto mi rendo conto di quanta gente c’è intorno a me. Dovevamo essere sette e invece siamo quindici e tra le varie persone c’è il professore di storia dell’arte che aveva ventisette anni quando ci ha presi in terza liceo, la bidella con cui se la faceva, Lorenzo, di Ragioneria, una tipa della seconda F e due della terza E. Dov’è la mia classe? Che ci fanno queste persone con noi?
Arriccio la bocca trattenendo la voglia di vomitare alla vista delle due pettegole della E e mi guardo intorno senza salutare nessuno.
No, no e poi no. Già andare in vacanza con lui è assurdo, figuriamoci portarmi dietro tutta questa gente che ero riuscita a eliminare dalla mia vita. Michele mi fa un sorriso enorme e io penso che forse solo per questo vale la pena, anche se poi mi ricordo che l’ultima volta l’ho mollato io. Allungo la bocca in uno sorriso molto poco sincero, mi incammino, saluto rapidamente tutti e il mio viso cambia completamente espressione nel vedere Tommaso.
La mia chimera.
Provo una marea di emozioni, tutte insieme, e non so come classificarle, non so come gestirle, non so come sedimentarle. L’unica che estrapolo dal groviglio è che manca l’aria. Aria, ecco cos’è che mi ha sempre tolto. Averlo accanto crea uno scompenso di ossigeno per il quale tutto il mio corpo si immobilizza.
No, non posso farcela. Non posso averli tutti e due intorno.


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