Recensione
Buon martedì a tutti! Non sono sparita nuovamente, solo che sono stati giorni un po' complessi quelli di fine novembre, ma con Dicembre torno super attiva. Pensate che questa settimana avrete tre recensioni, tutte super ravvicinate di due libri che ero super curiosa di leggere e uno che è una chicca per gli amanti dell'autrice come la sottoscritta.
Iniziamo con la prima recensione, che si inserisce nel Review Party dedicato, ovvero l'epic fanatsy dell'anno, quello che gli amanti del genere aspettavano da mesi, ovvero "Il priorato dell'albero delle arance" di Samantha Shannon.
Vi ricordo di passare dalle mie colleghe blogger per leggere anche le loro opinioni in merito...e bando alle ciance, parliamone!
Vi ricordo di passare dalle mie colleghe blogger per leggere anche le loro opinioni in merito...e bando alle ciance, parliamone!
Prezzo: Rigido 26€ Ebook 10,99
Pagine: 816
Serie: Autoconclusivo
Genere: Fantasy
Data di pubblicazione: 03/12/2019
Trama: La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.
Scrivere questa recensione non è stato facile perché ho dovuto trattenermi dal parlare di molte cose (sono 800 pagine di storia gente, ce ne è di carne al fuoco) e quindi ho deciso di andare per gradi e raccontarvi in cosa questa romanzo mi ha convinto.
Partiamo dal fatto che è un autoconclusivo, un fantasy autoconclusivo gente, da quanto non capitava?! Questo è di fatto un grande motivo per leggerlo.
Il secondo è che è un epic fantasy di tutto rispetto e se siete amanti del genere non potete lasciarvelo scappare: non saranno le 800 pagine a fermarvi perché la storia è ricca di paricolari che ve lo faranno amare.
Un worldbuilding complesso, che senza l'aiuto della mappa è difficile immaginare nei dettagli: ci troviamo prima in Oriente, poi in Occidente, infine nel Meridione e nel Settentrione; passare, attraverso i vari pov da un'estremo all'altro del mondo è stato sicuramente affascinante, facendomi entrare piano piano in questa complicata ambientazione. Un mondo in cui le divinità la fanno da padrone: se per alcuni i draghi sono vere e proprie santità da venerare, per altri sono creature aberranti e solo il santo e le Sei Virtù sono la vera protezione a cui rivolgersi (e qui, lo ammetto mi ha ricordato un pochino la parte religiose di ASOIAF). Una società che in tutti i suoi continenti, si basa sulla rigidità delle tradizioni, sul cerimoniale, sulle leggende e i miti, ostracizzando la stregoneria e l'alchimia, soprattutto a Inys. La Shannon ha creato un mondo davvero compelsso, che ridurre in poche righe è quasi irrispettoso data la quantità di informazioni che ci viene fornita e la grande capacità della scrittrice di intrigarti con tutte queste particolarità, funzionali alla storia e mai superflue.
Se pensate che aver a che fare con tanti pov sia complesso in un romanzo del genere è vero solo in parte, perché ognuno di loro arricchisce la lettura di informazioni, congetture, intrighi, piani, sottefugi che ci portano piano piano ad avere una chiara visione della storia e quando si pensa che finalmente sei arrivata al punto di svolta, ecco che si viene nuovamente sorpresi con altrettanti cambi di scenario e vicissitudini.
Ad aprire le danze del romanzo è Tanè, questa giovane ragazza, che in una sola notte può veder cambiare il suo futuro disintegrando i suoi sforzi e i suoi sogni; una giovane donna determinata a diventare cavaliere, a essere scelta, grazie al durissimo allenamento a cui si è sottoposta negli anni, da un drago e ricoprire un posto unico e molto riverito. Nonostante la sua testardaggine, la sua forza, il suo coraggio, la ragazza non mi ha suscitato grande empatia: sicuramente è un personaggio postivo e ha grandi qualità, però i suoi capitoli per buona parte della lettura erano quelli che trovavo più noiosi, che leggvo più velocemente non per curiosità ma per proseguire e sperare di incontrare la mia preferita in assoluto, ovvero Ead. Ead è l'infiltrata del Priorato (di cui non vi dico nulla, ma che scoprirete nel tempo che cosa è) che ha il compito di proteggere la Regina di Inys, Sabran, e che con testardaggine, furbizia, sicnerità (nei limiti del suo ruolo), fa. Una donna coraggiosa, curiosa, caparbia, con un forte senso del dovere e del giusto, ha saputo farsi strada nel mio cuoricino di lettrice: i suoi pov erano quelli più intriganti, quelli che mi tenevano incollata al romanzo, quelli che non volevo si concludessero mai. Attraverso di lei conosciamo meglio anche la regina, colei che a prima vista viene facile prendere in antipatica, ma solo capendo il peso che porta, si riesce a comprenderla e a tifare per lei.
Quelli delle due donne non sono gli unici pov, ma più sporadici saranno quelli del nobile Loth, di cui non vi anticipo nulla e dell'alchimista Niclays che odiare è davvero semplice per una serie di motivi che non vi dilungo, ma quello che ad un certo punto ho provato per lui è stata la comapssione (brevissima perché proprio è difficile sopportarlo): la compassione per un uomo che ha amato in silenzio, ha perso l'unica ragione di vita e si è crogiolato per anni nel dolore, nell'apatia, potendo invece cercare di essere migliore per il ricordo dell'amato. Ho usato amato al maschile perché il bello del romanzo della Shannon è che è un vero inno all'amore in generale: una società che non accetta l'amore per chi ha il tuo stesso sesso (bhé direi attualissima la faccenda no?!) ma che lei inserisce nella storia con estrama naturalezza, come dovrebbe essere in qualsiasi romanzo e soprattutto nella vita reale.
Un libro davvero ben scritto (solo la fine mi ha fatto un po' storcere perché dopo 800 pagine l'ho trovata un po' affrettata) che tocca temi importanti e contenporanei, non lesinando crudeltà, violenza, sopprusi, vendette e quanto altro. Un epic fantasy davvero ben strutturato, intrigante, adatto ad un pubblico adulto che ama il genere e che ti catapulta in questo complesso, terribile e affascinante mondo.
Nope, non ho le forze per leggerlo XD
RispondiEliminaahahah magari cambierai idea!
EliminaNiclays insopportabile. Non mi ha fatto nessuna compassione, ma proprio per niente. Tanè invece ho pensato che avesse poco spazio, perché comunque come personaggio non era male ma la trama si è incentrata più dall'occidente in là e quindi non ha avuto modo di avere più spazio.
RispondiEliminaComunque mi fa piacere di non essere l'unica ad aver pensato che il finale fosse un po' affrettato, io mi aspettavo qualcosa di davvero epico invece hanno avuto fortuna al primo colpo in tutto!
eh si, più che altro il finale, dopo 700 e pass pagine, mi è sembrato affrettato...comunque un bel epic fantasy!
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