lunedì 10 giugno 2019

Recensione "Lacrime di cera" di Liliana Marchesi


 Recensione 


Buon lunedì  e buon inizio settimana! Come state? Avete passato un bel (caldissimo) weekend?
Il mio nella norma, ma devo decisamente darmi una mossa per le ultime pratiche per le vacanze estive perché non voglio ridurmi all'ultimo.
Anyway, oggi continua il mio recupero delle recensioni dei libri letti il mese scorso e infatti oggi tocca a "Lacrime di cera" di Liliana Marchesi, edito lo scorso anno da Dark Zone e che ho acquistato a Torino a maggio.


Lacrime di cera
Liliana Marchesi


   


Editore: Dark Zone
Prezzo: Flessibile 12,66€, Ebook 2,99
Pagine: ---
Serie: Autoconclusivo
Genere: Distopico
Data di pubblicazione: 19/04/2018

Trama: In un mondo distrutto dalla guerra tra classi sociali, un nuovo Impero regna Sovrano.
Un Impero costruito grazie alle capacità di una società progredita, ma legato alle tradizioni dell’ormai lontano Ottocento.
Un Impero servito da automi dall’aspetto umano e la pelle rivestita di cera.
Protetta dalle fredde mura di un palazzo inespugnabile, in Russia Camille vive la sua vita fra balli e ricevimenti, ignara di essere prigioniera di un’utopia.
Contro il proprio volere, verrà promessa al futuro Imperatore.
Un uomo meschino, violento e incapace di amare.
Mossa dalla disperazione e in cerca di una via di fuga scoprirà l’esistenza di un sotterraneo segreto, dove troverà Lui, sua unica possibilità di salvezza.
Su quali menzogne è stato costruito l’Impero Sovrano? Cosa c’è fuori dal palazzo?
Sapete quanto io ami il genere distopico e quando mi imbatto in un volume di questo genere 99 volte su 100 lo leggo e così è stato con il romanzo di Liliana, che già avevo adocchiato quando è stato pubblicato come self-publishing e poi lo scorso anno. Potevo andare al SalTo e non acquistarlo? Direi proprio di no!
Ciò che mi ha colpito in questa storia è proprio il principio, la miccia che scatena tutta la vicenda, ovvero la crisi economica: è di fatto una cosa talmente reale, che mi ha catturata già dalla prima riga.
Tutto infatti parte da lì e poi veniamo catapultati 100 anni nel futuro, un tempo in cui i sopravvissuti delle famiglie potenti (o quelli che sono rimasti) chiamati Sovrani vivono in un castello in quella che possiamo identificare con l'attuale Russia, senza sapere nulla sul mondo esterno affiancati dai loro androidi, macchine perfette dalla pelle che sembra di cera.
Camille è la protagonista di questa storia, una ragazza che non riesce più a capire suo padre, che non vuole andare sposa al figlio dell'Imperatore e che ancora ricorda le "fiabe" che sua madre le raccontava sul mondo pre-crisi. Tutta la sua vita verrà stravolta da un'importante scoperta che farà e che la metterà a rischio, costringendola ad affrontare qualcosa di completamente inaspettato.
Compagno di (dis)-avventure sarà Lui, questo personaggio di cui sappiamo molto grazia al pov alternato fra lui e la ragazza.
Camille è un personaggio che piace subito, con cui si entra immediatamente in sintonia per la spiccata forza di volontà, per la voglia di libertà, verità e giustizia; una ragazza che nonostante abbia sempre vissuto nel'agio, si sente prigioniera, costretta contro al sua volontà in un ambiente che non le appartiene e cresciuta con la voglia di scoprire se fuori è rimasto qualcosa.
Lui è molto chiuso a causa del difficile passato, ma è coraggioso, testardo, protettivo, ironico (spesso sdrammatizza molte situazioni con una battuta) e l'ho adorato.
Lo stile è fluido, mai noioso, un ritmo serrato che pagina dopo pagina ci porta a scoprire segreti e sotterfugi, sino al finale.
Questo romanzo autoconclusivo avrebbe potuto essere il primo di una serie, perché secondo me c'è tanto materiale che potrebbe essere utilizzato sia con sequel che soprattutto con prequel, magari su Soraya su cui sono curiosissima di scoprire di più. Chissà, magari prima o poi il mio desiderio si realizzerà.




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