Buon
mercoledì a tutti!!!!
Oggi sono di
corsa per delle faccende di lavoro, ma prima di scappar via voglio presentarvi
la terza tappa del blogtour dedicata al nuovo romanzo di una
scrittrice che sin da ragazzina mi ha toccato il cuore, ovvero Ann Brashares,
ovvero “Sotto
lo stesso tetto”, che uscirà in tutte le librerie e gli store online
per Rizzoli domani! Quindi non
lasciatevelo scappare.
TITOLO: Sotto lo stesso tetto
AUTORE: Ann Brashares
EDITORE: Rizzoli
PAGINE: 352
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 novembre 2017
Il matrimonio di
Robert e Lila è stato breve e intenso. Hanno avuto tre figli: Emma, Quinn e
Matthew, ora ventenni. Terreno di guerra tra i due è la casa delle vacanze a
Long Island, dove si alternano con le famiglie ricomposte; hanno, infatti,
nuovi compagni e nuovi figli, Sasha e Ray, entrambi diciassettenni, che non si
sono mai conosciuti. Il fidanzamento di Emma con un brillante avvocato che
lavora nello studio di Robert dà il via a incontri e scontri tra le due
famiglie, con grandi sorprese e un tragico epilogo. Saranno Sasha e Ray che,
d'intesa e attratti l'uno dall'altro, spingeranno i genitori a superare anni di
rancori.
Ho
la fortuna di averlo letto in anteprima (e infatti domani su tutti i blog che
partecipano al blogtour troverete le recensioni) e la mia tappa è dedicata agli
estratti del romanzo, perciò ne ho scelti tre, brevi perché non voglio
rivelarvi troppo ma solo incuriosirvi, che mi hanno colpito in particolar modo.
Il primo estratto è di Ray, il “piccolo” della famiglia e che condivide la camera di Winscott con Sasha,
la figlia di Robert ed Evie, che non ha mai conosciuto, nonostante sappia di lei
molto più di quel che crede ( e come non
potrebbe esserlo se si alternano la camera da 17 anni):
Per lui, l’odore di casa
era più che altro l’odore di una ragazza che non conosceva. Casa non erano quei
tre piani scricchiolanti di arenaria in Carroll Street a Brooklyn, dove viveva
la gran parte del tempo, ma questa grande villa accanto a un piccolo lago che
comunicava con l’oceano, nella South Fork di Long Island, in un paese chiamato
Wainscott. Aveva trascorso lì la metà delle vacanze estive e la metà dei fine
settimana, per la maggior parte dei suoi anni. Ray sedeva sul pavimento della
sua camera tra pile di libri, vestiti, vecchi giocattoli, coperte, abiti da
pioggia, attrezzature per la pesca e sport vari, e inspirava,
cercando di trovare lei in
tutte queste cose. Era un vecchio odore, abituale e nostalgico, associato alla
felicità e alla libertà dell’estate, all’aria aperta che entrava. Ma era anche
un odore nuovo, alimentato ogni settimana, a cui si aggiungevano le particelle
di un nuovo shampoo, di un nuovo vestito, della roba lucida che si metteva
sulle labbra. Con quella sensazione piena e struggente si alzò e andò a sdraiarsi
sul letto, dove il suo profumo era sempre più forte. Trasmetteva una sensazione
di vecchio agio, d’intimità notturna. Faceva sempre sogni belli, lì, quasi mai
incubi. Mentre nel letto di Brooklyn ne faceva eccome, di incubi. Rimase steso
con indosso calzoncini e maglietta. Lasciò fuori i piedi sporchi e insabbiati,
per rispetto. Di solito non aveva pensieri del genere. Benché in quel letto dormisse
dolci sonni, nell’ultimo anno si erano fatti più agitati. Dolcemente agitati. Dolcemente
frustranti. L’odore, con le sue nuove fragranze, era diventato tanto uno
stimolo quanto un conforto. Non sapeva con esattezza cosa fossero quelle fragranze,
ma rimescolavano i suoi pensieri notturni in modo nuovo.[…]
Il secondo estratto
è di Sasha e mi ha subito colpito appena l’ho letto:
[…] Il fatto di
trascorrere molto più tempo a pensare a ciò che non si ha, o si è perso, che a
quello che si ha le sembrava un lato triste della natura umana. Era chiaro che
Sasha non aveva ereditato il dono speciale di suo
padre. Attraverso le
portefinestre scorrevoli del soggiorno guardò il sentiero che portava al lago,
ombreggiato da enormi tigli secolari. Erano quelli i giorni che più avanti le
sarebbe dispiaciuto di non aver apprezzato. Si sforzava di assaporarli,
accendendo il piacere nella mente come un motore fuoribordo. Era una cosa
difficile
da imporsi. Era mai
possibile vedere la bellezza presente così come ti si mostrava? O ci voleva una
certa dose di tempo, di mancanza e forse anche un po’ di sofferenza?[…]
L’ultimo è di Mattie, la terza figlia di Robert e Lila:
[…]Per poco Mattie
non si voltò a vedere se qualcuno sbucava dalla rimessa con una videocamera,
per farle uno scherzo. Era una situazione così insolita. Annuì, comprensiva.
«Nemmeno io voglio essere una di quelli. E sono preoccupata di esserlo. Non che
ci si aspetti qualcosa da me. Mio padre crede che Syracuse sia per cretini e
per ragazze che pensano solo alle feste. So che mi vuole bene, ma non mi prende
sul serio.»
Matthew strisciò uno scarpone da lavoro
sul suolo polveroso. «È un peccato. Voglio dire, è un peccato se vuoi che ti
prenda sul serio.» La guardò negli occhi. «Lo vuoi?»
Qualcuno aveva messo del siero della
verità nel succo di mela quel giorno? Le girava un po’ la testa. Era capace di
mentire come chiunque altro, ma non voleva farlo in questo caso. Rifletté alla
domanda con sincerità.
«Voglio che mi prenda sul serio?» Scosse
piano la testa. Sospirò. «Non lo so nemmeno.» Lui si strinse nelle spalle, un
po’ imbarazzato. «Come dice sempre mio nonno, si comincia da se stessi.» «Cosa
significa?» «È la massima preferita di Howard. Io lo prendo in giro, ma è vero.
Se vuoi essere presa sul serio, sii seria. Prenditi sul serio.»
Mattie lo fissò sgranando gli occhi, un
po’ spaventata. «Okay» disse.
Matthew si alzò. «A ogni modo, puoi
lavorare qui fino alla fine di ottobre, se vuoi. Le mele, l’ultimo mais, le
zucche, il sidro ci tengono occupati fino all’autunno,
ma chiudiamo per l’inverno. Poi non
posso più offrirti niente.»
Pedalando verso casa, un’ora dopo,
Mattie era ancora frastornata. Sentiva di aver ricevuto un dono, ma non sapeva
bene di che genere. Il suo amato contadino Matthew Reese aveva pronunciato parole
così sagge da far breccia nella scorza di trucchi e buone maniere che usava di
solito. Sentiva l’aria entrare dove prima non ce n’era. Come se qualcuno avesse
aperto le finestre in una casa trascurata, che odorava di chiuso.
Voglio
essere presa sul serio?
Forse.
E a un tratto capì perfettamente la
natura del dono di Matthew. L’aveva presa sul serio.[…]
Spero che la mia
tappa con gli estratti vi sia piaciuta e ancor di più incuriosito nello
scoprire questo nuovo romanzo targato Ann Bashares.
Di seguito tutte le
tappe del blogtour :
Che belli gli estratti che hai scelto!! ❤️
RispondiEliminaSono contenta che ti piacciano...non è stato semplice sceglierli senza rivelare troppo, come ben sai ;) <3
EliminaHai scelto dei brani che hanno colpito tantissimo anche me, soprattutto l'ultimo! Bella tappa! ^^
RispondiEliminaGrazie Sofia! <3
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